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CARIN*20 cpr eff 330 mg + 200 mg

CARIN*20 cpr eff 330 mg + 200 mg

  • Produttore: FARMAKOPEA SPA
  • Codice prodotto: 020197051
  • Disponibilità: Articolo esaurito
  • € 6,90

Informazioni sui prezzi ⓘ

Principi attivi

Ogni compressa effervescente contiene: Principio attivo: -  Acido ascorbico 200 mg -  Acido acetilsalicilico 330 mg

Eccipienti

Sodio bicarbonato, acido citrico, glicocolla, sodio benzoato.

Indicazioni terapeutiche

Terapia sintomatica delle forme influenzali, raffreddori, cefalee, emicranie, dolori muscolari e reumatici, nevralgie, dolori periodici.

Controindicazioni/Effetti indesiderati

•  Malattia ulcerosa gastro-duodenale. Ipersensibilità all’acido acetilsalicilico ed ai salicilati. •  Diatesi emorragiche. •  L’uso di questo medicinale è controindicato nei bambini e nei ragazzi di età inferiore ai 16 anni. •  Dosi superiori a 100 mg/die durante il terzo trimestre di gravidanza. •  Severa insufficienza cardiaca.

Posologia

Adulti e ragazzi di età superiore ai 16 anni: 1 o 2 compresse ogni tre ore, secondo necessità. Non superare 8 compresse nelle 24 ore. Non superare le dosi consigliate. Nel trattamento di pazienti anziani la posologia deve essere attentamente stabilita dal medico che dovrà valutare una eventuale riduzione dei dosaggi sopraindicati.

Conservazione

Chiudere accuratamente il tubetto dopo l’uso. Conservare a temperatura non superiore a 25°C.

Avvertenze

L’assunzione delle preparazioni per uso orale deve avvenire a stomaco pieno. Utilizzare con prudenza nei casi di asma e gotta. È richiesta cautela (discutere con il proprio medico o farmacista) prima di iniziare il trattamento nei pazienti con anamnesi positiva per ipertensione e/o insufficienza cardiaca poiché in associazione al trattamento con i FANS sono stati riscontrati ritenzione di liquidi, ipertensione ed edema. Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l’uso della più bassa dose efficace per la più breve durata possibile di trattamento che occorre per controllare i sintomi (vedere i paragrafi sottostanti sui rischi gastrointestinali e cardiovascolari). Effetti cardiovascolari e cerebrovascolari: studi clinici e dati epidemiologici suggeriscono che l’uso di alcuni FANS (specialmente ad alti dosaggi e per trattamenti di lunga durata) può essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (per esempio infarto del miocardio  o ictus). Non sono attualmente disponibili dati sufficienti per escludere un rischio simile per l’acido acetilsalicilico, quando esso è somministrato alla dose giornaliera di 330-2640 mg. Questa specialità medicinale non deve essere utilizzata nei bambini e nei ragazzi di età inferiore ai 16 anni (vedi controindicazioni). I soggetti di età superiore ai 70 anni di età, soprattutto in presenza di terapie concomitanti, devono usare questo medicinale solo dopo aver consultato il medico.

Interazioni

Il farmaco può interagire con anticoagulanti, uricosurici, sulfaniluree e ipoglicemizzanti.

Effetti indesiderati

Disturbi otovestibolari (ronzii, ecc.), gastrointestinali (dolori, ecc.), fenomeni emorragici (epistassi, gengivoraggie), fenomeni di ipersensibilità (eruzioni cutanee, ecc.). In associazione al trattamento con i FANS sono stati riscontrati ritenzione di liquidi, ipertensione ed edema. Studi clinici e dati epidemiologici sugggerisono che l’uso di alcuni FANS (specialmente ad alti dosaggi e per trattamenti di lunga durata) può essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (per esempio infarto del miocardio o ictus). Vedere sez 4.4.

Sovradosaggio

Nel caso di sovradosaggio è necessario limitare l’assorbimento del farmaco dal tratto gastrointestinale (lavanda gastrica, carbone attivo), abbassare la temperatura corporea (spugnatura con acqua tiepida), compensare la disidratazione con adeguato apporto di fluidi, correggere l’acidosi (bicarbonato di sodio e.v.) e l’eventuale ipoglicemia. Anche nel caso di intossicazione accidentale di Carin, la forma effervescente presenta un massimo grado di sicurezza sia per la diminuzione del rischio di una somministrazione massiva che per la necessità di ingerire forti quantità d’acqua.

Gravidanza e allattamento

L’impiego in gravidanza per lunghi periodi e la somministrazione negli ultimi tre mesi della gravidanza devono avvenire soltanto dietro prescrizione medica poiché l’acido acetilsalicilico può provocare fenomeni emorragici nel feto e nella madre, ritardi di parto e, nel nascituro, precoce chiusura del dotto di Botallo. Basse dosi (fino a 100 mg/die) Gli studi clinici indicano che le dosi fino a 100 mg/die possono essere considerate sicure limitatamente ad un impiego in ambito ostetrico, che richiede un monitoraggio specialistico. Dosi di 100-500 mg/die Ci sono insufficienti ati clinici relativi all’uso di dosi superiori a 100 mg/die fino a 500 mg/die. Quindi le raccomandazioni di seguito riportate per le dosi di 500 mg/die ed oltre si applicano anche a questo range di dosaggio. Dosaggi di 500 mg/die e oltre L’inibizione delle sintesi delle prostaglandine  può interessare negativamente la gravidanza e/o lo     sviluppo embrio/ fetale. Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l’uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine, nelle prime fasi della gravidanza.Il rischio assoluto di malformazioni cardiache era aumentato da meno dell’1% fino a circa l’1,5% È stato stimato che i rischio aumenta con la dose e la durata della terapia. Negli animali la somministrazione di  inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post impianto e di mortalità embrione/fetale. Inoltre, un aumento di incidenza delle varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico. Se l’acido acetilsalicilico è usato da una donna in attesa di concepimento o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose e la durata del trattamento devono essere mantenute le più basse possibili. Durante il terzo trimestre di gravidanza tutti gli inibitori della sintesi delle prostaglandine possono esporre: •  il feto a: -  tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare); -  disfunzione renale (che può progredire in insufficienza renale con oligo-idroamnios); •  e la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a: -  possibile prolungamento del tempo di sanguinamento ed effetto antiaggregante (che può occorrere anche a dosi molto basse); -  inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio. Conseguentemente l’acido acetilsalicilico a dosi superiori a 100 mg/die è controindicato durante l’ultimo trimestre di gravidanza.